Schema Ponzi
Caratteristiche e Red Flags
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Cos’è uno schema Ponzi?
Schema Ponzi caratteristiche
Con la locuzione “schema Ponzi” si fa generalmente riferimento ad una particolare tipologia di frode finanziaria nella la quale il truffatore, convincendo gli “investitori” della bontà di un investimento crea una struttura piramidale mediante la quale gli “investitori” che hanno per primi aderito allo schema vengono remunerati con i capitali apportati dai soggetti che sono subentrati successivamente nello stesso.
Tali tipologie di frode tendono ad espandersi notevolmente ed in breve tempo in quanto coloro che hanno aderito per primi allo schema e sono stati remunerati con i capitali apportati dai nuovi ingressi vedono notevolmente rafforzata la loro fiducia nell’investimento e tendono a diffondere nel pubblico l’appetibilità della partecipazione allo stesso.
Un siffatto sistema può funzionare solo fin quando le richieste di rimborso, sommate agli interessi da pagare, non superano gli apporti di denaro dei nuovi aderenti. Purtroppo però per i malcapitati “investitori” che credevano di partecipare ad un investimento dai profitti garantiti e totalmente privo di rischi, quando il sistema diventa insostenibile ed è ormai chiara la sua natura di truffa, il truffatore è spesso già sparito portando con sé tutti i soldi.
La celebre storia di Charles Ponzi
Schema Ponzi caratteristiche
Se la tipologia di frode sopra esposta è ancora oggi nota in tutto il mondo con la locuzione “schema Ponzi”, è tutto “merito” di un Italiano di Nome Carlo Ponzi.
Chi era Carlo Ponzi?
Nato a Lugo in provincia di Ravenna nel 1882, Carlo ponzi è universalmente considerato uno dei più grandi truffatori della storia Americana. Dopo aver trascorso gli anni della gioventù a Parma, all’età di 21 anni decise di emigrare in America in cerca di fortune. Sbarcò a Boston nel 1903 con soli 2 dollari e 50 centesimi in tasca in quanto, come da lui stesso dichiarato al New York Times, i risparmi che si era portato dietro dall’Italia erano stati persi giocando d’azzardo sulla nave durante la traversata. Passando da un’occupazione all’altra in modo del tutto precario, nel 1907 Ponzi trovò finalmente lavoro in Canada, a Montreal, come consulente di una banca fondata da Luigi Zarossi, il Banco Zarossi.
Il lavoro presso il Banco Zarossi
Tale esperienza lavorativa è di particolare rilevanza per Ponzi ed è molto probabile che abbia ispirato lo stesso nel progettare la sua truffa milionaria.
Il Banco Zarossi offriva principalmente servizi finanziari ad altri emigrati italiani quali gestione del risparmio e trasferimento di denaro in patria. A differenza delle altre banche dell’epoca però, il Banco Zarossi offriva un tasso di interesse sui risparmi del 6% annuo pari al doppio del tasso di mercato dell’epoca che si aggirava attorno al 3%. Ben presto Ponzi si rese conto della situazione critica e delle difficoltà economiche della banca, che pagava i cospicui interessi utilizzando il denaro dei nuovi correntisti attraverso un sistema destinato a fallire e, infatti, la banca fallì e Zarossi scappò in Messico con il denaro rimasto in cassa.
Successivamente Ponzi provo a lanciare delle linee di cataloghi telefonici, simili alla Pagine Gialle, ma l’idea fallì miseramente.
L’idea
Nonostante Ponzi avesse già abbandonato l’idea, qualche settimana dopo una società spagnola richiese per corrispondenza informazioni in merito ai cataloghi allegando alla lettera qualcosa fino a quel momento sconosciuto da Ponzi: un buono di risposta internazionale.
Un buono di risposta internazionale altro non era che un buono postale che consentiva al mittente di pagare la tariffa di risposta del ricevente nell’ambito di una corrispondenza internazionale. In quegli anni i buoni venivano venduti al prezzo di affrancatura del Paese di emissione ma, se nel Paese dove venivano scambiati con francobolli la tariffa era diversa, ecco che si creava una opportunità di guadagno. Ponzi fiutò subito l’affare e vi si gettò a capofitto coinvolgendo uno straordinario numero di persone. Per meglio comprendere il sistema progettato da Ponzi, l’ideale è usare direttamente le sue parole. In un intervento pubblico Ponzi dichiaro: “prendo un dollaro, con il cambio ottengo 18 lire italiane che bastano per comprare in Italia 60 buoni di risposta internazionale che poi converto in francobolli negli stati uniti ottenendo così 3 dollari”. A prima vista quella di Ponzi sembrava una strategia infallibile per moltiplicare in breve tempo il capitale investito ma la realtà era ben diversa. Infatti, nonostante le straordinarie possibilità di guadagno esistenti sulla carta, i trasporti, i compensi per gli operatori e altri costi non menzionati da Ponzi riducevano notevolmente la convenienza dell’operazione.
La truffa
L’affare esplose presto tra le mani di Ponzi, tutti volevano entrare nel suo business e in men che non si dica ponzi riuscì a raccogliere l’incredibile cifra di 15 milioni di dollari, equivalenti ad oltre 200 milioni di dollari di oggi. La scalata al successo di Ponzi è tuttavia destinata ad una triste fine. Nel 1920, un abile analista finanziario di nome Clarence Barron, pubblicò un articolo su Ponzi smascherando la sua truffa. In tale articolo, Barron dimostrò come per ottenere i rendimenti promessi da Ponzi (il 100% in 90 giorni), egli avrebbe avuto bisogno di 160 milioni di Buoni di Risposta Internazionale; il problema era che durante il periodo di attività della società di Ponzi ne erano stati emessi solamente 27 mila.
A seguito dell’uscita dell’articolo di Barron, molti, anzi troppi investitori decisero di ritirare il denaro investito, i capitali in uscita superarono di molto quelli in entrata e il castello di carta imbastito da Ponzi si mostrò in tutta la sua fragilità. Nel frattempo il clamore della faccenda non sfuggì ai dirigenti delle Poste che il 28 luglio 1920 modificarono i tassi di conversione postale rendendo così l’arbitraggio di Ponzi non più conveniente nemmeno a livello teorico. Il 13 agosto dello stesso anno l’ormai fuggitivo Ponzi venne arrestato in Texas, al confine con il Messico; non si trovò neanche un buono di risposta internazionale e gli oltre 40 mila investitori, che avevano conferito circa 15 milioni di dollari restarono nella disperazione più profonda.
I principali campanelli d’allarme
L’emblematica storia di Charles Ponzi, non può non invogliarci ad effettuare alcune riflessioni in merito alle caratteristiche tipiche di quelle frodi finanziare che oggi sono universalmente note con il nome “schema Ponzi”. Vediamo di seguito quali sono i principali campanelli d’allarme che dovrebbero metterci in guardia:
- Investimenti con incredibili tassi di rendimento in brevi orizzonti temporali e con rischio pari a zero
- Investimenti con rendimenti garantiti e sempre positivi
- Strategie di investimento poco trasparenti, parzialmente segrete e di difficile comprensione
- Impossibilità di incassare liberamente i proventi dell’investimento
- Promotori dell’investimento non abilitati ad operare come consulenti finanziari
Un principio da tenere a mente
Schema Ponzi caratteristiche
Un semplice principio da tenere sempre a mente nel valutare la bontà di un investimento finanziario è che “in finanza non esistono pasti gratis”. Rischio e rendimento sono due aspetti strettamente legati tra e loro e la prospettiva di ottenere rendimenti di gran lunga superiori ai rendimenti di mercato con rischio pari a zero, per quanto sicuramente allettante è totalmente irrealistica.
NOTE
Bontà dell’investimento: in realtà inesistente o comunque non in grado di generare i profitti promessi. Torna all’articolo.
Barron: Futuro fondatore del “Barron’s magazine”, celebre rivista finanziaria tutt’oggi esistente. Torna all’articolo.
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